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lunedì 28 aprile 2014

WC-WATCHING Le toilette per gatti

Chi convive con un gatto sa quanto sia indipendente, metodico e pulito.
Ho condiviso la mia casa con tanti gatti e riconosco quanto siano lucenti e schizzinosi. Spesso, infatti, aspettano seduti davanti alla toilette finché non è perfetta come vogliono. Non desiderano certo sentire dei cattivi odori! Peccato poi che "svomitazzano" sul tappeto nuovo o il pavimento appena lavato con una frequenza allarmante anche per chi è vittima della vendetta di Montezuma. Ma, si sa, lo fanno per pulire il loro stomaco dai miliardi di peli che ingurgitano quotidianamente proprio a causa dei loro frequenti lavaggi di pelo.
Il bagno del micio, o lettiera, deve essere posizionato in un luogo silenzioso, pulito almeno una volta al giorno, e, in presenza di più gatti, i veterinari consigliano di usare più lettiere.
In commercio ci sono sabbie di diverse marche. Io preferisco quelle al silicio che non fanno la palla. Esistono anche diversi tipi di contenitori dove mettere la sabbietta del micio. Ho scovato i più curiosi ( e mi sono fatta delle gran risate!):


 Non passa inosservata...Il vostro micio vorrebbe sicuramente trovarsi al posto del pesciolino rosso!


Per chi volesse mimetizzare il wc del gatto con l'ambiente circostante ci sono interessanti soluzioni a proposito di mobili contieni-lettiere:



Chi, invece, è appassionato di tecnologia ha delle interessanti proposte fra cui scegliere:

Lettiera dotata di motore. Aspira l'odore dei bisogni del vostro micio e restituisce all'ambiente un piacevole profumo. Non è autopulente. Costa 95 euro circa.
Lettiera a centrifuga, si chiama Litter Spinner. Per pulirla, una volta utilizzata dal vostro gatto, basta ruotarla manualmente. Costo: 70 euro circa

La versione completamente automatizzata della lettiera si chiama Litter Robot di Automated care products. Costa 370 euro circa.
Ma la vera novità delle lettiere 2.0 è questa: CatGenie! Si può comprare anche su Amazon e costa 300 euro. Basta collegarla al tubo dell'acqua e alla presa elettrica. Una volta che è sporca si pulisce da sola. La sabbia è in realtà formata da granelli di plastica riciclata.



"La pulizia, nel mondo del gatto, è una virtù che viene addirittura anteposta alla devozione" (Carl Van Vechten- scrittore e fotografo americano)


Informazioni utili:




giovedì 24 aprile 2014

WC-WATCHING: Fuggi da Foggia, non per Foggia ma per i foggiani

Non puoi andare a Barletta se non possiedi un minimo di nozioni storiche. La città pugliese, infatti, è ricca di richiami alla leggendaria giostra di cavalieri che vide protagonisti tredici italiani contro tredici francesi. E se tredici a tavola porta male, sui cavalli porta bene. Tra la polvere e le urla di battaglia noi italiani ne siamo usciti vincitori, grazie al valoroso Ettore Fieramosca, eroe indiscusso del combattimento.  Fu lui a sferzare il colpo finale contro Monsieur de la Motte, reo di aver pronunciato parole di oltraggio al valore italiano che avevano fornito il pretesto per scendere in campo gli uni contro gli altri. Caduto da cavallo de la Motte, il Fieramosca scese anche lui da cavallo per poter combattere ad armi pari. Bastò un rapido corpo a corpo affinché il capitano francese, già psicologicamente provato, si gettasse ai piedi del trionfatore italiano, arrendendosi.
All'epoca era consuetudine che assistessero alle sfide solo nobili e regnanti, ma quell'evento così inusuale, in cui si poteva veder combattere gli italiani contro l'oppressore, accese gli animi di molti cittadini, così da spingerli ad assistere alla Disfida.
Così a Barletta puoi trovare il B&B La Disfida, piazza la Sfida, piazza 13 febbraio 1503 d.C. (giorno della sfida), Bar la Disfida, Cantina la Sfida (dove pare abbiano cenato i cavalieri spagnoli, italiani e francesi e luogo che ha visto accendersi gli animi che hanno portato allo scontro), ed ovviamente Via Ettore Fieramosca.
Città inaspettatamente bella, dico inaspettatamente perché le vicine Bari e Foggia non brillano per fascino architettonico, non me ne vogliate. Contaminazioni romaniche, gotiche e normanne si riflettono sui numerosi siti di interesse culturale, quali la Cattedrale di Santa Maria Maggiore, che si affaccia sullo splendido castello quadrangolare, o la Basilica del Santo Sepolcro, nei pressi della quale si leva il Colosso di Barletta. Passeggiare per le strade del centro e rimanere sorpresi dal barocco del Palazzo della Marra, con il suo sontuoso balcone sorretto da mensole ornate da mostri, cani e grifi terminanti con mascheroni con la bocca aperta, e sentirsi catturati dalle sensazioni artistiche che ti arrivano guardando il teatro intitolato al compositore Giuseppe Curci, appuntamento fisso per chi vuole assistere a  rappresentazioni che spaziano dalla prosa alla concertistica, dalla danza alla commedia.
Il bagno colorato di SùLeMani
Barletta però è anche movida, ondate di giovani che affollano il centro cittadino, a volte rendendo difficile il passaggio a chi vuole semplicemente fare due passi. Non mancano locali notturni, pub con musica dal vivo, ristoranti aperti fino a tardi (un elogio particolare alla sensibilizzazione che in molti hanno verso le intolleranze alimentari, come lattosio e glutine.)Se volete assaggiare un buon piatto di frutta fresca o altri stuzzichini accompagnati da un buon spritz, potrei consigliarvi SùLeMani, ma attenzione a comportarvi bene che nulla sfugge agli occhi vigili del sorvegliante!
Attenti qualcuno vi sta guardando!


Il bagno, argomento centrale ormai lo sapete del nostro blog, è piccolo ma pulito, solo la porta scorrevole è un po' ostica da aprire, richiede muscoli allenati!

Se poi avete voglia di fare una gita fuori porta, allora dovete andare a Trani, indescrivibile, il colore del mare lì sembra più blu mentre cammini lungo il porto osservando vecchie imbarcazioni, qualcuna in vendita, che ti fanno venir voglia di lasciare tutto e fuggire verso lidi lontani.


Luci di atmosfera al Corte in fiore




Caratteristico e buono il ristorante Corte in Fiore, che ha una residenza di charme, 6 camere che sorgono al primo piano del Palazzo Laghezza, risalente al '500.
Ora conta poco che la sottoscritta amante del pesce crudo ha fatto indigestione, passando una giornata intera, la successiva alla visita, nel luogo a me caro tanto osannato, perché comunque merita una sosta e magari anche una notte nelle luxury suite a disposizione.



Ed ora passiamo ai voti che è la parte che preferisco:

Sù le mani:


Corte in fiore:



Entrambi i bagni purtroppo hanno barriere architettoniche e sono prive di fasciatoio

INFORMAZIONI UTILI:

www.comune.barletta.ba.it

www.teatropubblicopugliese.it
www.corteinfiore.it

SùLeMani lo potete trovare tramite Facebook, da maestrina quale sono faccio notare, onde evitare che qualcuno lo faccia notare a me, che il locale ha una conoscenza dell'italiano piuttosto approssimativa, non solo per il su con l'accento, su cui lascio l'ombra del dubbio che sia un errore voluto, quanto piuttosto dal cartello esposto all'esterno.
Caccia all'errore


sabato 19 aprile 2014

Anteprima esclusiva! Le nuove toilette dell'aeroporto Leonardo Da Vinci.

Siamo delle 007 e non ci facciamo sfuggire le novità delle toilette nei luoghi più interessanti d'Italia (e del mondo!). In questi giorni di festa, in cui ci auguriamo molti staranno viaggiando, vi regaliamo un'anteprima: alcune immagini delle nuove super tecnologiche toilette dell'aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma-Fiumicino, lo scalo più frequentato d'Italia. 

In questo periodo sono in fase di ristrutturazione tutte le toilette dello scalo. La novità di questi lavori è che ci saranno anche delle "family toilette", con fasciatoi e lavandini più bassi adatti ai bambini. Il pavimento sarà in legno. Non saranno più visibili i rubinetti, ma il sapone e l'acqua scenderanno tramite dei sensori nascosti in un incavo sotto gli specchi.


I nuovi lavandini con rubinetti nascosti sotto gli specchi

I lavandini per i bambini

Particolare del bagno con pavimento in legno chiaro

Per approfondimenti:


mercoledì 16 aprile 2014

lunedì 14 aprile 2014

INCONTRI RAVVICINATI DI UN CERTO TIPO...

RaiMovie ha trasmesso Il nome della rosa ( film magistrale del 1986 tratto dall'omonimo capolavoro di Umberto Eco). Guglielmo da Baskerville è praticamente il precursore di Horatio Caine in saio francescano. In più ha il fascino indiscusso di Sean Connery, e forse è uno dei motivi per cui la pellicola ha mantenuto dal 1988, anno della messa in onda su RAI UNO, fino al 2001 il record di ascolti, poi è arrivato Roberto Benigni con La vita è bella a spodestarlo.
Il film racchiude in sé tanti generi: epico, storico, drammatico e soprattutto è un thriller avvincente che ti tiene con il fiato sospeso fino all'ultimo. Firma la regia Jean- Jacques Annaud.  E si, perché noi abbiamo un romanzo italiano di successo, con una sceneggiatura già perfetta, ma lasciamo ad un francese fare la trasposizione cinematografica!
Questo preambolo dovuto, mi mette su un piatto d'argento l'occasione per raccontare un episodio avvenuto otto anni fa, che vede protagonisti la sottoscritta e lo 007/ frate Connery. La location ovviamente un bagno, non vado fuori tema!
Riporto quindi di seguito l'articolo scritto per il Cinematografo nel lontano 2006, in occasione del primo Festival Internazionale del Film di Roma ( all'epoca solo Festa del Cinema), dove gli fu tributato un omaggio nella Rassegna "il lavoro dell'attore".
Probabilmente ora capirete il perché ci tengo tanto a parlare di toilette...

Donne di tutto il mondo invidiatemi! Succede che ti svegli e non è una mattina qualunque. ma quella dell'inaugurazione della tanto attesa Festa del Cinema di Roma; sei in ritardo come al solito, maledici il motorino (nuovo) che ha deciso di fare le bizze e finalmente dopo tanto penare e imprecare riesci ad arrivare a destinazione.
Le prime ore della giornata passano tranquille, unica vera fatica aggiudicarsi una postazione senza prenotazione in sala stampa per poter buttare giù due righe. Tra una sigaretta e l'altra incroci i colleghi, quelli che non perdono un festival, che sono arrabbiati (umore molto nero) perché ci sono complicazioni per avere un posto alla proiezione di THE BOWLER and the BUNNET, unica regia di Sean Connery (la vera attrazione ovviamente è lui). 

La sottoscritta rinuncia in partenza, certa di non farcela e insofferente alle file e le trafile. 
Capita ancora che abbandonata la sala stampa mi ritrovo travolta dalla folla in attesa del mitico ed unico 007. Nella colluttazione (andavo contro corrente) perdo la giacca. Ma che sfortuna mi dico, eh no perché proprio da questo evento la mia sorte cambia giro.
Vado al guardaroba, sperando che qualche anima pia l'abbia trovata e consegnata. Nulla! Allora torno in sala stampa perché forse mi sono rimbambita e l'ho lasciata lì.
Mentre chiedo ad una delle hostess se per caso le hanno dato una giacca, mi passa vicino un tizio che chiede ad alta voce " A qualcuno piace Sean Connery"? Istintivamente rispondo "A me" e mi ritrovo tra le mani un biglietto per il blindatissimo incontro, FILA 3 POSTO 9. Una botta di... fortuna!
Entro e mi subisco il documentario in bianco e nero con sottotitoli, decisamente interessante se non fosse che durante la proiezione avverto la necessità di andare in bagno.
Espletata l'esigenza, ecco che uscendo dalla toilette delle donne per rientrare in sala, succede l'inaspettato. Passano accanto a me due men in black e subito dopo qualcuno mi urta la spalla e con voce profondamente sexy si scusa con un "SORRY". Non faccio in tempo neanche a voltarmi, con un piglio incattivito, che lo vedo, proprio lui, bello e affascinante nonostante il passare degli anni. Sono inebedita, il primo pensiero va a "oddio come sto?": capelli, vestito, trucco e solo una doccia fatta stamattina presto! Ormai lui è svanito e dopo lo shock iniziale chiamo la mia amica Betty, solo lei mi può capire. Il suo commento: è il caso di dire W l'incontinenza! E come darle torto?

(16 ottobre 2006)


INFORMAZIONI

www.cinematografo.it

www.romacinemafest.it ( Il prossimo ci sarà il 16-25 ottobre 2014)

www.imdb.com ( Tutto sul cinema. Film, registi, attori e curiosità. Io ci vado spesso per scoprire l'altezza delle dive, a volte mi risolleva il morale!)

Per la cronaca al tempo dell'articolo fumavo, ora non più. Ne ho guadagnato in salute, ma sono ingrassata 5kg!

venerdì 11 aprile 2014

WC-WATCHING Al Teatro Brancaccio in via Merulana è di scena una storia romana

Sono finalmente riuscita a vedere Cinecittà, il nuovo spettacolo di Christian De Sica. Viene raccontata la sua vita partendo dai ricordi di famiglia legati al famoso stabilimento 5 di Cinecittà dove suo padre Vittorio ha girato, diretto da Rossellini, Il generale Della Rovere. Devo essere sincera. Io venero tutto ciò che è legato a Vittorio de Sica e mi perdonerete se divagherò dallo spettacolo di Christian per parlarvi di lui, Vittorio. Ho visitato la mostra che gli è stata dedicata all'Ara Pacis due volte. Ho letto i libri che hanno scritto i due figli Manuèl, che ho avuto il piacere di intervistare, e Christian. Considero Vittorio De Sica un uomo sensibile, basta vedere i film che ha creato, moderno e molto generoso. Aveva due famiglie da due donne diverse e per non far mancare niente a nessuna di loro ha di frequente festeggiato compleanno, Natale e Capodanno due volte. Una per ogni famiglia che aveva. Spesso cenava anche due volte. Metteva a letto Emi De Sica, la più grande avuta da Giuditta Rissone, e andava da Manuèl e Christian e dalla loro madre Maria Mercader. Alla domanda se i figli abbiano mai sofferto per la famiglia allargata e per le bugie che spesso il papà gli ha detto prima di confessargli la sua storia, hanno sempre risposto "No, perché nostro padre non ci ha mai fatto mancare niente".
Nello spettacolo Cinecittà Christian racconta un episodio della carriera di De Sica padre che già conoscevo, ma che mi commuove sempre un po'. Durante la seconda guerra mondiale De Sica viene invitato a mettere in piedi la cinematografia della Repubblica di Salò. Non vuole accettare. Ha paura che se accetta sarebbe perseguitato dai partigiani, ma se non lo fa lo verrebbe perseguitato dai fascisti.
Le porte del cielo
Non può però rifiutarsi, perciò chiede alla sua compagna Maria Mercader di intercedere per lui per chiamarlo a dirigere il film Le porte del cielo che viene realizzato nel territorio neutrale di Città del Vaticano, cioè nella Basilica di San Paolo. La Mercader la spunta e De Sica riesce anche a far lavorare alla sceneggiatura il suo fidato amico e sceneggiatore Cesare Zavattini, che non è proprio il simbolo del cattolicesimo! 
Durante una delle tante nottate passate a scrivere, i due si trovano al Ghetto e assistono a una deportazione di ebrei romani. Da quel momento De Sica comincia a scritturare per il suo film ebrei e partigiani. Dentro alla Basilica di San Paolo finiscono circa 400 persone, molto più di quelle che sarebbero servite per la realizzazione del film e che per quasi un anno vivono là mangiando, bevendo e facendo l'amore. In chiesa!
Il miracolo, che non è raccontato nel film, è quello che avviene fuori dalla pellicola grazie a De Sica che porta a termine il lavoro durante l'occupazione di Roma da parte dei tedeschi e riesce anche a mettere in salvo alcuni ebrei scritturandoli per la sua pellicola. Altro che miracolo a Milano! Quello vero è stato a Roma.
Lo spettacolo Cinecittà non fa solo commuovere come in questo episodio, ma alterna ricordi, canzoni e balli. Christian canta alcune canzoni compresa My way di Frank Sinatra che sua moglie considera "noiosa" (!). Insomma, si ride anche! E' in scena al Teatro Brancaccio di Roma fino a domenica 13 aprile con la regia di Giampiero Solari.


Toilette del Teatro Brancaccio

Per quanto riguarda l'argomento (ben più terreno!) delle toilette quelle del teatro Brancaccio passano a pieni voti: sono spaziose, per cui non c'è da fare una lunga fila, e in ottimo stato. Per rimanere in tema con il luogo le definirei "spettacolari". Non assegno il massimo dei voti perché, come dice Annalisa, "quello lo diamo solo a chi ha i rubinetti d'oro!"

Voto 4/5




BAGNO SENZA BARRIERE




Per altre info sullo spettacolo Cinecittà:
http://www.teatrobrancaccio.it/programmazione/stagione-teatrale-2013-2014/156-christian-de-sica-cinecitta.html
Sul film Le porte del cielo
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=18823



martedì 8 aprile 2014

WC-WATCHING: Portace 'n artro litro che noi se lo bevemo*...

Se l'abito non fa il monaco, il bagno in questo caso non fa la fiera.
Non potevo mancare all'appuntamento con Vinitaly, uno degli eventi punta di diamante di Veronafiere. Se qualcuno si interrogasse sul motivo per cui una presunta astemia si reca nel simposio per eccellenza dedicato all'enologia, devo confessare che non sono astemia, sono solo molto  ignorante in materia, talmente tanto che se gli intenditori andavano alla ricerca di assaggi di bottiglie di pregio, al mio palato è bastato un goccio di Chianti classico o di Barbera per ritenersi soddisfatto.
E' stato interessante osservare come in questo mondo a me sconosciuto, in questa sorta di viaggio virtuale attraverso la Penisola, le Regioni di Italia fossero accomunate da uno stesso linguaggio fatto di tradizione, impegno e amore per il territorio. Ti getta un faro in un momento in cui la parola più pronunciata è crisi. E questa piacevole sensazione mi è stata confermata dall'incontro inaspettato con un vecchio amico, uno di quelli che perdi di vista, per ritrovarli nei momenti e nei posti più impensati, e che nonostante la sua giovane età, ha avuto il coraggio di buttarsi in una nuova avventura creando una azienda che ad intuizione avrà un futuro.
Ben organizzato Vinitaly. Girando per gli stand hai la sensazione di non essere all'interno di una fiera, ma in un paese pieno di enoteche in cui c'è solo l'imbarazzo della scelta su dove andare. Ogni volta che si passa da un padiglione all'altro l'odore del vino ti inonda, insieme all'odore dei cibi. Così in Veneto vieni catturato dall'aroma dell'Amarone o del Valpolicella che ti rimandano con la memoria al sapore del baccalà mantecato, o in Emilia Romagna dove ti assolgono i fumi di lambrusco che ti fanno desiderare un assaggio di mortadella; in Toscana con il Morellino di Scansano e la voglia di una bruschetta all'olio,  fino alla Sicilia con uno strabiliante assaggio di Marsala e l'essere disposto a pagare qualsiasi cifra per un cannolo alla ricotta!
Sala stampa - C' è chi può...
Poi ovviamente dopo tutto questo bere, ecco che il bagno chiama! Mi ricongiungo così all'incipit di questo mio racconto. Devo fare però una differenziazione, come giornalista accreditata potevo godere del 'privilegio' di usufruire dei servizi in sala stampa: puliti, anzi pulitissimi.
Fiera - E chi non può!






La curiosità però è femmina ed ormai mi sento investita del ruolo di "paladina" dei WC e non potevo non fare una capatina alle toilette dei "comuni mortali", molto meno pulite. Verissimo che lo stato dei servizi igienici dipende da chi li frequenta, quindi mi sento di "assolvere" l'organico delle pulizie della fiera perché con quella moltitudine di gente tenere uno standard alto è una mission impossible!



Giudizio "universale" finale:


Valutazione 2/5


  



BAGNO SENZA BARRIERE




Indirizzi

- Verona Fiere - Entrata Can Grande Viale del Lavoro, 8 www.veronafiere.it

- La Rasenna Azienda vinicola e Ristorante di Francesco Gambini & Co. Via dell'Infernaccio snc, Ladispoli (RM) www.aziendavinicolalarasenna.com
(Dite che vi mando io, magari vi fa uno sconto o vi pagare il conto che ho lasciato in sospeso!)

APPENDICE: Con la filosofia di riqualificare edifici dismessi, è ufficiale che Eataly arriverà anche a Verona all'interno della vecchia fabbrica del ghiaccio risalente al 1930. La cultura del cibo si incontra con l'architettura per un progetto che dovrebbe realizzarsi in due anni ed un investimento di circa 30 milioni di Euro con la creazione di 250 posti di lavoro. "Il classico schema di Eataly - ha dichiarato Oscar Farinetti, fondatore della catena ai margini della conferenza stampa a Vinitaly- piano terra compro e mangio, primo livello aule emozionali ed aule didattiche con corsi di cucina". La sottoscritta, ritrovandoselo a 400 mt da casa, ringrazia che forse qualcuno le insegnerà finalmente a fare la pasta con le proprie mani!


*Cit. La società dei magnaccioni - Lando Fiorini

lunedì 7 aprile 2014

Sopra lo sguardo innocente, intenso, spuntavano sopracciglia folte, incolte come quelle di un selvaggio*

Magdalena Carmen Frieda Kahlo y Calderòn... Non è difficile intuire il motivo per cui ha preferito usare un nome d'arte più breve! Mi ha sempre suscitato simpatia, da quando il mio sguardo ha incrociato i suoi autoritratti e mi sono consolata nel vedere che esisteva una donna con un arco sopraccigliare più sviluppato del mio!
Una artista, una moglie, una amante, con gusti sessuali non convenzionali, rivoluzionaria, dotata di grande talento, non molto fortunata. Come si può non stimarla?
Ho messo in programma nel mio prossimo giro a Roma di fare la fila per questa mostra che ha richiamato ed affascinato tanta gente.
Per il momento, grazie all'input di Betty, mi diletto a cercare qualche curiosità sulla sua vita ed immagini dei suoi dipinti così colorati e pittoreschi.
Ed ecco che trovo proprio quello che volevo, un "gancio" per non perdere di vista il leit motiv di questo nostro blog: il bagno. L'artista si ritrae in una vasca che pullula di strane figure ed oggetti, quasi come se Dalì fosse stato lì a lavarle la schiena.
Ciò che l'acqua mi ha dato - 1938

Immagini quasi di paura e ricche di memoria che sovrastano le sue gambe e creano una atmosfera piuttosto rarefatta. Si nota il pollice destro squarciato, un richiamo all'incidente che aveva avuto e le successive operazioni che aveva subito. L'hanno definita una surrealista, ma Frida parla del suo quotidiano delle sue ossessioni, del suo corpo e della sessualità femminile, e lo fa attraverso una sua visione delle cose, quello di una donna consapevole di non essere ordinaria, una donna sola e malata, che però della sua lotta interna tra fragilità fisica e fortezza d'animo ha creato un personaggio eterno. 
Una figura moderna non solo, devo ripeterlo per abbassare il tono culturale, per le sue folte sopracciglia tornate di gran moda ( le mie purtroppo con continue "deforestazioni" sono più vicine a quelle di Anna Tatangelo!), quanto piuttosto per il suo essere donna al 100% con il suo modo viscerale di vivere l'amore e conciliare questo con le tante altre sue passioni.

Tornando al suo dipinto con quella location che tanto ci piace, cito Luciano De Crescenzo in Così parlò Bellavista (1984): "La doccia è milanese perché ci si lava meglio, consuma meno acqua e fa perdere meno tempo. Il bagno invece è napoletano: un incontro con i pensieri". Facile che se andiamo ad indagare l'albero genealogico della Kahlo possiamo trovare un parente partenopeo!

*Cit. Anaïs Nin "Marcel"

WC-WATCHING: Frida, le Scuderie del Quirinale e una toilette da rassettare!

Self portrait with monkey
Le toilette delle donne sono più sporche di quelle degli uomini. Almeno alle Scuderie del Quirinale di Roma dove, fino al 31 agosto, è in mostra buona parte della collezione di Frida Kahlo, famosa pittrice messicana nata nel 1907 e morta a soli 47 anni. 40 capolavori proveniente da musei e collezionisti di tutto il mondo, compresa Madonna. La cantante possiede infatti molte opere della pittrice che conserva in un luogo a noi di questo blog molto caro: il bagno. Uno di questi è il celebre Self portrait with monkey.
La vita della pittrice, segnata da problemi di salute e dall'incidente subito da giovane su un autobus, sono l'ispirazione di buona parte dei suoi quadri. Non da ultimo lo è stato anche l'amore per il pittore Diego Rivera con il quale ebbe una lunga e travagliata relazione. Una storia, quella fra lei e Rivera, che piace molto alle donne che amano struggersi per amore. Frida disse a proposito di Rivera: "Ho subito due gravi incidenti nella mia vita: il primo è stato quando un tram mi ha travolto il secondo è stato Diego". (Credo che ci sia un Diego nella vita di ogni donna) .
Toilette delle donne

Veniamo alle informazioni tecniche. I bagni, come vedete in foto, non erano in ottime condizioni, soprattutto quello delle donne. Confesso che sono dovuta andare in quello degli uomini... L'affluenza di sabato era molta, ma le toilette di un posto così prestigioso non dovrebbero essere ridotte in questo stato.
Toilette degli uomini
Per quanto riguarda l'ingresso il consiglio è comprare i biglietti on line per evitare lunghe code (sabato è stata di quasi un'ora). Attenzione: il biglietto on line non si può acquistare il giorno stesso. 
In questa pagina potete comprare il biglietto e scaricare l'applicazione gratuita per lo smartphone che, tramite il wifi delle Scuderie, vi permette di sentire l'audioguida:
http://www.coopculture.it/heritage.cfm?id=66


Valutazione: 2/5

venerdì 4 aprile 2014

Abbiamo bisogno di voi e delle vostre #selfietoilette

#selfietoilette
Annalisa ha spiegato cosa vogliamo fare in questo blog, cioè raccontare tutto ciò che vediamo partendo dall'unico luogo che rende tutti uguali: la toilette. Vi sarà capitato di andare in un bellissimo ristorante, un locale o un museo e di rimanere deluse dal bagno o viceversa? A noi molto spesso. Abbiamo perciò deciso di raccontarvi i bagni d'Italia. Ed è per questo che abbiamo scelto il titolo "Potrebbe essere peggio", ripreso dal nostro film preferito Frankenstein Junior. 
Comincio parlando del mio e invito anche voi lettori a farlo. Descriveteci il vostro bagno, il luogo dove spesso vi ritirate da soli e anche le letture che fate. Scattate una foto, una #selfietoilette, e inviatela a 80indue@gmail.com
E che si tiri lo sciacquone! (Da qualcosa si deve pur cominciare!)

Non appena ho scelto la casa dove abito, che per il momento è ancora della banca ma sarà mia fra 20 anni dopo aver estinto il mutuo (sempre che nel frattempo non diventi io la cara estinta), ho subito capito una cosa: non avrei mai rinunciato a un bagno grande. Sarei invece stata capace di avere una cucina piccola. Tanto mangio solo surgelati. Non sono infatti una che passa le serate impiattando ricette prelibate. Chi mi vuole bene lo sa: aggiungo volentieri un posto a tavola. Il piatto, però, lo compriamo già fatto perchè ho un grande difetto, sono distratta e in cucina non è ben tollerato questo aspetto del mio carattere. Ho dato fuoco alla cucina, a varie padelle, lasciato diventare piante delle piccole patate dimenticate nel cestino. Insomma, come anticipato da Annalisa, il bagno è il mio regno.

Detto ciò, ho volentieri sacrificato una parte della cucina per allargare il bagno presente nella vecchia versione della casa. Ho voluto mettere la vasca sotto alla finestra che fa molto romantico, peccato che non la usi quasi mai e faccia sempre la doccia. Uso invece moltissimo l'enorme specchio che ho voluto illuminare come il camerino di un palcoscenico (il teaaaaatro). 
Il mio "camerino"

Non può mancare la radio, piccola e a batteria. Accanto alla doccia meglio non avere prese elettriche.
La scelta dei sanitari e delle mattonelle è stata un colpo di fulmine. Io seguo molto il mio istinto e prendo spesso decisioni di pancia (che detto a proposito del bagno fa sorridere!). Sono entrata nel negozio di ceramiche e nel giro di 20 minuti ho fatto la mia scelta. Il bagno era pronto, almeno sulla carta!
Per quanto riguarda le letture da bagno ho due libri che al momento tengo fissi: un manuale sui gatti "1001 cose da sapere e da fare con i gatti" di Roberto Allegri e "Io confesso-Conversazioni sul cinema allo stato puro" di Alfred Hitchcock.
Un "brivido" in bagno


Andrei all'inaugurazione di qualsiasi cosa, anche di una toilette*

Si avete visto bene è la foto di un bagno, del mio bagno veronese per la precisione. Credo sia arrivato il momento di smetterla di continuare a mettere in luce i nostri innumerevoli pregi e dimostrarvi che il nostro è un blog differente, non ordinario, insomma non uno di quelli in cui si parla del più o del meno, si dispensano consigli di moda, ricette di cucina o si spara a zero sugli uomini.
Questo blog è nato con un' idea che, seppur vi sembrerà inizialmente distorta, ha una sua logica ben precisa. Quello che vogliamo è mostrarvi le cose diciamo da un altro punto di vista. Quindi sedetevi comodi, magari proprio lì, dove pensiamo che si possa prendere spunto per osservare il mondo da una prospettiva diversa.
Bagno veronese
Mi sono chiesta cosa accomunasse me e Betty, quale fosse una costante comune nella nostra amicizia, escluso quanto ovviamente debba esserci alla base di una amicizia per definirla tale. Ebbene dopo aver spremuto le meningi, la risposta è arrivata come una illuminazione: il tempo immane che passiamo in bagno!
Si perché per noi il bagno non è una stanza qualunque, non un luogo di passaggio da denigrare al solo ruolo per il quale è conosciuto ai più. Noi in bagno facciamo qualsiasi cosa: parliamo al telefono, leggiamo, stiamo per intere mezz'ore perse nell'abisso dei nostri pensieri, navighiamo su internet, giochiamo a Ruzzle e così via.
Quando sono andata via di casa i miei genitori hanno benedetto il cielo, tornando finalmente in possesso di un bagno su cui mancava solo il cartello fisso "OCCUPATO".
Vi ricordate poi quando Betty mi ha definita "REGINA della NOTTE" e gran viveur? La mia competenza in materia non è relegata alle mura domestiche, la mia frequentazione dei locali non poteva dirsi completa se non accompagnata da una visita alla toilette, vuoi per un bisogno, un ritocco del trucco o per sfuggire da qualcuno troppo invadente (la "segnaletica" in gonnella sulla porta è un buon deterrente!). Sono arrivata ai livelli che le mie amiche non chiedevano più indicazioni al personale e preferivano venire da me con la certezza che avrei saputo indicare loro la strada con precisione.
E la mia compagna di viaggio non è da meno.
Allora come potevo tenere nascosta questa "dote"? Con quale egoismo potevo privarvi dall'arricchire la vostra conoscenza in merito?
Questo è dunque quello che faremo: osserveremo, valuteremo, discuteremo, consiglieremo, recensiremo e proveremo qualsiasi cosa che abbia come punto di partenza il bagno!
Questo magari, se si spargerà la voce, sarà un incentivo per i locali che visiteremo ad avere l'accortezza di farcelo trovare pulito!
Per fare questo c'è bisogno anche del vostro aiuto. Contattateci, mandateci foto, date suggerimenti, avanzate proposte che possano stuzzicare il nostro interesse, come noi speriamo di aver stuzzicato la vostra curiosità.
Ma cosa sarà mai?
Adesso lascio la parola a Betty, che vi spiegherà ancora meglio cosa abbiamo intenzione di fare.
Per me è arrivato il momento di congedarmi, scusate ma come potete intuire ho delle faccende da sbrigare... Dove devo andare? Che domande!
In bagno e dove sennò!



* Cit. di Andy Warhol

giovedì 3 aprile 2014

Nel mio bagno c'è un cassetto miracoloso


E' proprio in un cassetto del mio bagno, ritratto nella foto, che conservo gelosamente dei piccoli "tesori" che mi sollevano nei momenti bui, dolorosi, caldi, febbricitanti e...infiammati. 
Sto parlando delle mie fidate medicine. 
Io sono ipocondriaca. Anzi, quando mi presento lo aggiungo sempre dopo il nome: Betty Senatore Ipocondriaca, come se fosse un secondo cognome. Darebbe un tocco di nobiltà, in effetti. Ma perché, cosa c'è di male a essere ipocondriaca? 
No, dico, è una domanda che mi faccio spesso. Soprattutto dopo che un famoso attore francese Dany Boon, già conosciuto per il film Giù al nord, ha deciso di fare coming out e di raccontare nel film Supercondriaco il suo rapporto quanto mai stretto con medici e farmaci. Ho detto stretto, non paranoico. 
L'ipocondria è una parola che deriva dal greco e vuol dire "sotto" e "cartilagine". Nell'antichità si credeva, infatti, che proprio sotto la cavità addominale risiedessero i mali. Si è poi successivamente capito che in realtà si trovano spesso nel nostro cervello ed è proprio là che vanno curati.
Da quando sono bambina sono sempre stata definita una ipocondriaca ansiosa, ma ci tengo a specificare che, a parte un po' di ragionevole ansia, non ho mai invocato medici inutilmente né affollato un pronto soccorso per uno strano prurito alle mani o una fastidiosa tachicardia.
Io difendo gli ipocondriaci: innanzitutto perché sanno di esserlo e presentandosi così al medico possono già essere curati nel modo giusto (nella testa e non nella pancia, insomma). Poi perché si informano. Come una shopping addicted deve sapere tutte le novità su abbigliamento e scarpe, io entro in farmacia e domando "Quali medicine nuove sono uscite?". Perché devo essere informata. E perché la conoscenza è già un primo passo verso la guarigione. O la paranoia, dipende dai punti di vista.
L'ipocondriaco teme due momenti:
- i festivi in cui sono chiusi gli ambulatori e si deve ricorrere alla guardie mediche;
-il mese di agosto in cui tutti i medici sono in ferie e ci sono molti inesperti al comando dei pronto soccorso. 
Perché, come avete intuito, il vero pericolo del malato immaginario sono le guardie mediche. No, dico, conoscerete sicuramente qualcuno che conosce qualcun altro che a causa di un dottore inesperto è finito al creatore senza passare dall'ospedale. Sennò basta leggere i giornali. Sono pieni di notizie come questa e noi ipocondriaci non vorremmo certo arricchire la casistica.
L'ipocondriaco ha l'annuario dei farmaci sul comodino, conosce a menadito tutti gli esperti del programma Medicina 33 e spera sempre di sfidare a un duello di conoscenze farmacologiche Carlo Verdone che, da bravo malato immaginario, è un po' il mito di tutti noi.
Sia chiaro, siamo le classiche vittime del grido "Al lupo, al lupo!". Quando succederà che staremo male veramente nessuno ci crederà. A me è successo con una broncopolmonite. Mi dissero di smetterla di farla lunga perché era "solo" un'influenza. Sono stata chiusa in casa un mese e mezzo. 
Spesso mi dicono che dovrei sposare un medico. Follia. Se dovesse farmi la diagnosi sbagliata sarei capace di distruggerlo, quasi più che per un tradimento. E poi sono già la più cara amica del farmacista sotto casa. I suoi ultimi viaggi alle Mauritius e la casa in Sardegna glieli ho pagati io. 
Però una cosa è certa. Io sono quella che quando parte ha una valigetta (ok, valigia!) piena di farmaci. Non si sa mai possa venire una diarrea del viaggiatore in Alaska o un raffreddore sul Mar Rosso. E indovinate chi si rivolge a me durante i viaggi? Annalisa, la cofondatrice di questo blog, e tutti voi che vi proclamate "sani", ma siete solamente degli incoscienti a muovervi senza il blister di paracetamolo nel beauty case. Che poi, lo sapete che i principi attivi dei farmaci hanno un nome diverso fuori dall'Italia? Meditate gente. Meditate. 

mercoledì 2 aprile 2014

A buon consiglio non si trova prezzo

Quando uno crede di aver visto e sentito di tutto nella vita, arriva l’inaspettato per ricordarti che qualcosa può ancora succedere…
Antefatto: mia sorella, in seguito al mio trasferimento a Verona, decide di regalarmi in occasione del compleanno un coupon per ben cinque mise en forme presso un Hair Stylist – Look Maker.
Ora concentratevi e non perdetevi. Anzitutto non definitelo banalmente parrucchiere, io l’ho fatto e si è offeso, un look maker, lo dice la stessa traduzione dall’inglese, ha il compito di studiare l’immagine per te adatta, cercando soluzioni per valorizzare i punti di forza e minimizzare i difetti.
A me ovvio non poteva capitarne uno normale. Riporto quanto scritto sulla presentazione del foglio di prenotazione: “… ha frequentato le più conosciute pedane e le più grandi scuole nazionali ed  internazionali (francesi, inglesi, americane) per raggiungere così i più alti vertici di haute coiffeure. Può definirsi il primo new age hair stylist eventista di immagine (...) La sua image room è a tutti gli effetti il primo centro di terapia piramidale new age capillare del Triveneto”.
Decido di andare sul sito internet per capire meglio, terapia piramidale capillare? Neanche a dirlo che digitando su Google queste informazioni non è uscito nulla, se non il nome del suddetto che postava all’interno di una community le indicazioni per trovarlo ed un commento di un altro utente che, devo confessare mi ha fatto morire dal ridere, replicava: “ La risposta è dentro di te. E però è sbagliata”! ( Forse le nuove generazioni non conoscono il culto di Quelo e del profeta - Corrado Guzzanti- che lo rese famoso nel programma Pippo Chennedy Show nel lontano 1997).
Non perdiamo il filo. Una volta trovato il sito la mia speranza di chiarirmi le idee è svanita in un attimo, mi si è aperto ancora di più un vuoto nella mente.
“Le energie che noi troviamo all'interno di una piramide, sono scientificamente riconosciute anche se inspiegabili. Personalmente, dopo anni di studio, di prove, di esperimenti, posso dire di avere trovato delle applicazioni di piramidologia che assieme alla mia arte, non soltanto rendono il capello diverso, ma con particolari proprietà che lo rendono unico”. Non voglio mettere in discussione il lavoro degli studiosi nei secoli che hanno cercato di elevare a scienza le facoltà energetiche e relativi benefici della forma geometrica “piramide”, piuttosto mi scervello a tentare di spiegarmi come tutto questo possa essere applicato al capello!
Non rimane che chiamare e prendere un appuntamento. Me lo da per il giorno stesso, e già questa me la dice lunga su quanti proseliti può avere questa teoria. La location è suggestiva, uno dei vicoli di questa bella città, dietro la celebre Arena.
Al momento di suonare il campanello per annunciare la mia presenza, ho ancora un barlume di fede di aver trovato il mio punto di riferimento per la mia chioma. Appena mi viene incontro e passo quella porta ho avuto la ulteriore conferma che una delle mie doti migliori è l’ottimismo.
Un tuffo negli anni 80, anche il televisore con le videocassette erano testimonianza che in quel posto il tempo si era fermato. Sono rimasta incantata a guardare il video di una mano esperta che tagliava i capelli di una giovane ragazza che oggi dovrebbe avere occhio e croce circa cinquant’anni!
E l’ho vista, lì in angolo: la piramide! Se non avete mai fatto uno shampoo sotto una piramide credetemi è una esperienza mistica, l’accortezza è di rimanere con i piedi ben ancorati a terra senza incrociarli, altrimenti il guru potrebbe alterarsi. Se aggiungi poi due getti di acqua gelida che servono a riattivare la circolazione potresti arrivare ad avere le visioni.
Poi siamo passati alla parte studio dell’immagine.
Ne sono uscita devastata: sono una disiquilibrata yang (avete presente lo yin e lo yang della filosofia cinese?), che ho il cuio capelluto che è una vera schifezza e che andrebbe purificato bevendo un litro di acqua e limone al giorno, e, per finire, che il mio “best side” è la mia parte destra, perché a sinistra ho le borse sotto gli occhi e sono gonfia e quasi calva.
Io non so cosa mi abbia dato la calma, magari ha anche ragione, ma un approccio più morbido lo avrei gradito.
Trovavo addirittura divertente il fatto che si vantava come massimo esperto di qualsiasi materia, dalla chimica alla giurisprudenza, e io che, invece, avevo messo su un velo di umiltà facendogli pensare di capire poco di quello di cui parlava.
L’inglese che snoccialava ogni tanto con un “Do you understand?” o un “Purification, darling!” mi avevano portato in una situazione sempre più surreale, del resto lui teneva a precisare che si pubblicizzava come INTERNATIONAL perché aveva girato il mondo “non è un caso eh?”.
Ho ancora 4 sedute, sono uscita con una immagine totalmente rivisitata. Mi ha spostato la frangia a sinistra per esaltare il mio best side!