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martedì 22 settembre 2015

Maratona notturna con pausa in bagno... Vanno in scena gli Emmy!

Adoro vedere le cerimonie di premiazione americane. E’ tutto uno sfoggiare: bei vestiti, sorrisi smaglianti, nuovi partner o qualche ‘ritocchino’ particolarmente riuscito. Per questo mi sono sintonizzata la scorsa domenica su Rai4 che trasmetteva gli Emmy Awards, accompagnati, nella versione nostrana, dai commenti di Fabio Canino e Andrea Fornasiero, critico cinematografico di FilmTV. La 67esima edizione, che a Los Angeles iniziava alle 17, facendo un calcolo su i fusi orari, in Italia era prevista dall’una di notte (per non perdersi la classica sfilata del red carpet). Se avessi saputo che il giorno dopo sarebbe stata riproposta in prima serata, forse avrei evitato questa maratona che ha richiesto un paio di caffè e qualche pausa in bagno in attesa del gran finale.
Ne parlo ora a mente fredda perché non solo ha richiesto un momento di metabolizzazione, ma soprattutto la presa di coscienza che nell’ultimo periodo ho trascurato quello che stava diventando un vero e proprio lavoro: pianificare la mia settimana secondo le serie Tv in onda o da recuperare in streaming in lingua originale qualora non avessero passato i confini.
Mi sono sentita quindi in difficoltà quando ho capito che non ho visto neanche una puntata del fantasy Game of Thrones, primo nella storia degli Emmy a vincere 12 premi in una sola edizione La produzione tv tratta dai libri di George R. R. Martin, ha battuto il record delle 9 statuette vinte da West Wing nel 2002: miglior serie drammatica, miglior regia di serie drammatica (Davide Nutter), attore non protagonista (Peter Dinklage), miglior sceneggiatura (Benioff, Weiss), mixaggio suono, casting, effetti speciali, montaggio suono, trucco, coordinamento stunt, production design, makeup for a single camera, single-camera picture editing. Trono di Spade è addirittura riuscito a frenare il dominio incontrastato di Mad men (ma finalmente Jon Hamm- Don Draper ha vinto come miglior protagonista maschile di una serie drammatica). 
Belvedere
Mi sono persa anche Olive Kitteridge, la mini-serie di successo tratta dal romanzo di Elizabeth Strout, che ha sbancato raccogliendo consensi per Frances McDormand, Richard Jenkins e Bill Murray (grande assente).
Versione trasparente









Per fortuna sono ancora in tempo per Transparent, primo telefilm prodotto e realizzato da Amazon, accolta negli Stati Uniti come una rivoluzione. La storia della famiglia Pfefferman, ripresa nella sua lotta quotidiana per l'amore, l'accettazione e la consapevolezza, che a dire del New York Times rappresenta "la salvezza del mondo trans". Ha ottenuto ben due riconoscimenti, di cui uno strameritato a Jeffrey Tambor, celebre per essersi calato più di una volta in ruoli al limite del paradossale.“Grazie per il vostro coraggio” -ha affermato Tambor dopo aver ricevuto la statuetta riferendosi alla comunità transgender - “Grazie per la vostra pazienza e ispirazione. Grazie per avermi reso parte di un grande cambiamento”. 

Considerato l’equivalente del Premio Oscar per il cinema, del Grammy per la musica e del Tony Award per il Teatro, l’Emmy è ambitissimo a chi si è dedicato ai vari settori dell’industria televisiva. La donna alata con un atomo tra le mani è divenuta un vero simbolo da esibire in salotto (i più eccentrici nel bagno) come a voler mettere in mostra il frutto di un successo abbondantemente sudato. Chissà se farà così Viola Davis, premio alla migliore attrice protagonista per una serie drammatica, con Le regole del delitto perfetto (How to get away with murder). La Davis è, infatti, la prima attrice afro-americana a portare a casa la statuetta da protagonista e, nel suo discorso di ringraziamento, ha sottolineato che la sua vittoria è stata resa possibile dal fatto che, finalmente, ci sono anche in tv ruoli per donne di colore. 
Orange is the new black - il mio bagno preferito!
Non ci sono state grosse sorprese dal Microsoft Theater di Los Angeles, a sentire gli esperti, i riconoscimenti erano piuttosto prevedibili. Molto bene ha fatto anche Veep, migliore serie comica che ha portato via il premio a Modern Family, che negli ultimi cinque anni si era abituata bene. La protagonista Julia Louis-Dreyfus ha vinto la statuetta come migliore attrice brillante e Tony Hale che ha ottenuto il suo secondo Emmy come migliore attore non protagonista in una commedia. 

Uniche note di colore della cerimonia (non degna di nota la prova di conduzione dell’attore comico Andy Samberg, dal Saturday Night Live), sono state: l’emozione irrefrenabile di Jon Hamm, che dopo sette anni di nomination andate a vuoto, ha ritirato il premio arrampicandosi sul palco, e il vestito giallo di Heidi Klum; la supermodella tedesca ha scelto un giallo acceso che faceva a pugni con il red carpet. Onestamente a me è piaciuto, e non perché l’ho visto come un omaggio alla mia squadra del cuore. No, giuro.


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