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giovedì 29 gennaio 2015

WC-WATCHING: La Passeggiata* a Milano...

All'inizio doveva essere a Roma, il 21 dicembre 2010; un invito inaspettato, un evento da non perdere: il vernissage di Marc Chagall. Febbre a 39 e l'aspettativa rimane delusa. Nonostante l'ampia durata della Mostra, una serie di vicissitudini mi allontanano dalla mia città e dalla speranza di vedere le opere di quello che giudico un artista senza pari. L'ho inseguito, con la sorte che si dimostrava avversa, fino a decidere di prendere un treno per Milano per poter finalmente, a pochi giorni dalla fine,  godere di una esposizione davvero completa e ben organizzata. La più grande retrospettiva, che copre gli anni dal 1908 al 1985 - anno della sua scomparsa - mai dedicata al suo genio. 
Più di 200 opere, alcune inedite, appartenenti a quei fortunati che possono farne sfoggio nel salotto della loro casa, o chissà qualche eccentrico che, come me, ama mettere dipinti in bagno!
Molte arrivano dal MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S.Pietroburgo, il Centre Pompidou...
La sua ombra
Moishe Segal, vero nome del maestro, nasce a Vitebsk, cittadina della Bielorussia (all'epoca Impero Russo), al confine con la Lettonia, che Chagall dipinge spesso in chiave onirica e fantastica. Come "Sopra Vitebsk" , dove non ci sono spose volanti, galli, o esseri umani con volti animaleschi. La figura che sovrasta le abitazioni, le strade ricoperte da una coltre di neve, si presume sia un "ebreo errante", che probabilmente rappresenta il suo stesso peregrinare, suo e del suo popolo, tragicamente estirpato dalle sue terre. 






La sua "sposa volante", Bella Rosenfeld, è, invece, parte, anche quando non è ritratta, delle creazioni dell'amato marito. "Per anni il suo amore ha influenzato la mia pittura" - queste le parole di Chagall - " Mi trascini nei fiotti di colore... Ti innalzi, ti stiri, voli fino al soffitto. La tua testa si rovescia all'indietro e fai girare la mia" - così replicava Bella.
Omaggio nella mia camera da letto
Colore e sentimento, un binomio praticamente impossibile da trovare, Lei, la sua musa, la donna che ciascuna di noi vorrebbe essere per il suo uomo... Un faro che quando si è precocemente spento, ha gettato nello sconforto lo Chagall uomo rischiando di compromettere l'artista. Per fortuna, per nostra fortuna, la produzione è continuata, instancabile, sempre pronta a sperimentare, con una invidiabile curiosità, simile a quella di un bambino.  Così oltre la pittura, Chagall, nel 1958, idea le scene e i costumi per il balletto Dafni e Cloe per l'Operà Garnier di Parigi, dove, nel 1964, realizza la cupola, oggetto dello sdegno dei critici d'arte del tempo, per l'eterna diatriba tra classico e moderno
Nell'esposizione milanese questo, e molto altro, si può ammirare. C'è poco tempo, il 1 febbraio è l'ultimo giorno, con un bilancio più che positivo, e per non deludere i tanti visitori, quelli che ancora dovranno arrivare e quanti magari vogliano fare il bis, la chiusura è prolungata fino alle 24.
Anonimus
La Milano da bere poi offre numerose attrattive culinarie, dal classico aperitivo con negroni, a pranzi e cene multietniche. Io mi sono concessa un brunch da California Bakery, da brava tv addict, nonostante la scarsa simpatia per la "mastro -pasticcera" che guida l'omonima trasmissione su La5; l'unica cosa da cui sono rimasta delusa, ovviamente è stata la toilette, per nulla all'altezza del locale!

Una "dritta" per chi decide di andare e ha in mano un biglietto di Trenitalia - Frecce: si può saltare la fila perché vale come prenotazione, ogni biglietto permette l'entrata a due persone e una ha l'omaggio! Meglio di così!




VOTAZIONE:


Toilette Palazzo Reale Milano: N.P. Meglio non esprimere un parere! Penso solo ai fasti di una volta e di come i posti si trasformino. Credo che neanche il bagno della servitù fosse così cesso!


CALIFORNIA BAKERY 1/5




Il punto forte del locale è la cucina, però. considerando il livello della clientela, sarebbe meglio una rimodernata!




INFORMAZIONI:

www.mostrachagall.it #chagallmi

www.californiabakery.it 

Il docureality è in onda su La5. Per rivedere le puntate e provare qualche ricetta vai su: http://www.mediaset.it/la5/programmi/1159/il-mondo-di-california-bakery.shtml

* La Passeggiata o la Promenade è forse l'opera più famosa di Marc Chagall; al centro della scena il pittore tiene per mano l'amata Bella che fluttua in aria. Alle spalle Vitebsk. Quello che traspare è la felicità dei protagonisti e l'immenso amore che li lega. Un tripudio di colori che omaggia questo loro sentimento, gli innamorati che si innalzano in volo per testimoniare quanto l'amore possa essere potente!
Volare oh oh...

martedì 20 gennaio 2015

Gli abiti che ho sempre sognato indossare

"Il cinema aiuta a sognare. La televisione a dormire", scriveva El Perich, scrittore e umorista spagnolo. In effetti entrando nella sala buia di un cinema si può vivere in ogni film una vita, un' epoca nuova, provare dolori o gioie sempre diversi. Chi di voi, soprattutto donne, non ha sognato di immergersi nelle stoffe, ricami, plissettature fatte a mano? Potrebbe essere più emozionante vivere u'altra vita, ma anche aiutare a farci apprezzare ciò che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno. Io ho sempre desiderato provare i vestiti di Maria Antonietta realizzati da Milena Caconero. E pensare che da bambina mi sono avvicinata alla figura della regina e ho conosciuto il periodo storico della rivoluzione francese grazie a un cartone animato, Lady Oscar...
A rendere il sogno possibile ci pensano le tante figure che lavorano per un film, dallo sceneggiatore, lo scenografo, il regista, l'attore e, non da ultimo, il costumista. Ha infatti debuttato il 15 gennaio a Palazzo Braschi a Roma la mostra "I vestiti dei sogni" che proseguirà fino al 22 marzo. I protagonisti sono solo loro, gli abiti che hanno reso prezioso il film in cui sono stati indossati. Questo viaggio è possibile grazie ai tanti costumisti che hanno reso grande il nome dell'Italia in tutto il mondo come Piero Tosi, Danilo Donati, Gabriella Pescucci e Milena Canonero. I costumi vivono grazie agli attori, ma riescono ad avere vita eterna in questa mostra che ha curato nei minimi dettagli la Cineteca di Bologna. La fotografia che immortala le opere d'arte che si possono ammirare al suo interno è di Luca Bigazzi (La grande bellezza di Paolo Sorrentino e Lamerica di Gianni Amelio) e di Mario Nannini (tra le sue realizzazioni le mostre Van Gogh l'uomo e la terra e Serpentine Gallery Pavillion a Londra).
La mostra ripercorre 100 anni di storia del cinema partendo dal cinema muto fino ai giorni nostri. Si apre con lo scialle di Assunta Spina che Francesca Bertini donò alla Sartoria Tirelli e chiude con i costumi de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone che uscirà nei prossimi mesi. 
In realtà, appena entrati, si rimane colpiti da questi due abiti che hanno aiutato a delineare le personalità di Jep Gambardella (Toni Servillo) e Ramona (Sabrina Ferilli) nel film La grande bellezza di Paolo Sorrentino, vincitore dell'Oscar nel 2014. Il mantello che Ramona indossa durante le scene girate di notte è stato realizzato dalla sera alla mattina seguente.  

Ramona e Jep Gambardella ne La grande bellezza

Non dimentichiamo l'abito di Sandra Milo disegnato da Piero Gherardi nel film Giulietta degli spiriti

Sandra Milo in "Giuletta degli spiriti"

Gli abiti hanno anche aiutato il lavoro di un attore. Per esempio Burt Lancaster capì chi fosse davvero il Principe di Salina ne Il Gattopardo solo quando indossò l'abito di gala cucitogli addosso da Piero Tosi mentre Claudia Cardinale-Angelica, il cui giro vita era di 68 cm, dovette resistere in un vestito che ne aveva 53 cm. Uscì dalle riprese piagata.
Non mancano i vestiti di Silvana Mangano nell' Edipo Re  di Pasolini creati da Danilo Donati, quelli di Anna Magnani in Bellissima, il cappotto e il basco rossi indossato da Ninola "La Gradisca" in Amacord di Federico Fellini oppure quelli di Habemus Papam di Nanni Moretti.

E' interessante anche capire il percorso che ha portato i costumisti a disegnare i vestiti per i personaggi che interpretano. Per esempio in Guerra e pace per tradurre l'evoluzione psicologica di Nathasha, interpretata da Audrey Hepburn, Maria De Matteis si ispirò alle variazioni di colore di una foglia: dal verde primaverile, allo smeraldo estivo. Per rendere il suo personaggio più infantile fece ricamare su alcuni suoi abiti dei cavallini di velluto.



In primo piano l'abito di Audrey Hepburn in "Guerra e pace" indossato durante la scena del ballo




Gli abiti di Gabriella Pescucci hanno impreziosito film come L'età dell'innocenza, per cui ha vinto un Oscar nel 1994, Il Barone di Munchausen e Il nome della rosa.

L'abito di Michelle Pfeiffer ne "L'età dell'innocenza"
La scena del film in cui la Pfeiffer indossa l'abito blu


Milena Canonero costumista ne L'arancia meccanica, Barry Lindon e Shining, ha vinto un Oscar con il film Marie Antoinette a cui è dedicata un'intera sala. Speriamo che ci faccia sognare nuovamente il 22 febbraio agli Oscar 2015 dove è candidata per i costumi di Grand Budapest Hotel. 

Unico neo: i vestiti non si possono toccare. La tentazione è forte per appagare un altro dei sensi che vengono sollecitati dalla mostra, ma impossibile da realizzare. Verrebbero distrutte le opere d'arte esposte.

La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. L'ingresso costa 11 euro, ridotto 8 euro. 
Veniamo a noi e alla missione del "controllo qualità toilette"! E' stato impossibile visitare quelle del Museo perché alle 19 sono state chiuse. Sono quindi andata a "controllare" quelle del Vivi Bistrot, che si trova nell'androne di palazzo Braschi, a un passo dalla fontana del Bernini. Unico inconveniente è che, pur chiudendo alle 20, dalle 19 non fanno più sedere ai tavoli e spengono le luci nell'androne per scoraggiare i clienti. Consiglierei al locale di anticipare direttamente di un'ora l'orario di chiusura. Il bagno almeno era pulito. 

 
La toilette del Vivi Bistrot
 


Per informazioni:

Palazzo Braschi: http://www.museodiroma.it/


Votazione: 2/5