" Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro." Così Peggy Guggenheim tolse ogni dubbio sulla sua decisione di stabilirsi in Laguna. Scelse come fissa dimora Palazzo Venier dei Leoni, su Canal Grande, già appartenuto, seppur per poco, ad un'altra donna che, come lei, faceva parlare di sé, ammaliante e stravagante, musa di dadaisti, surrealisti, fauvisti e futuristi; colei che aveva ammaliato il vate D'Annunzio che la definì la "Divina Marchesa": Luisa Casati. Quel palazzo a Cà Leoni, seppur incompiuto e con un architettura meno ambiziosa di quella originariamente progettata da Lorenzo Boschetti, fu teatro di feste spettacolari, luogo di incontri tra artisti, intellettuali, politici. Forse era nel suo destino trasformarsi in un Museo, e non uno qualunque, uno spazio moderno e avanguardista in una città classica come Venezia, che però non bigotta apprezzò l'iniziativa dell'ereditiera soprannominata affettuosamente "l'ultima Dogaressa".
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Pittura in azione... |
Comprava l'arte non per fare un mero investimento, piuttosto perché vedeva qualcosa in quelle opere, era il suo suo cuore a decidere e una sorta di terzo occhio che le faceva cogliere il potenziale di quelle tele che ad altri potevano sembrare solo imbrattate!
Vasilij Kandinskij, Piet Mondrian, Salvador Dalì, Georges Braque, Francis Bacon, Pablo Picasso, Marcel Duchamp... Anche il padre di Robert De Niro, pittore che riuscì a raggiungere buone quotazioni. Questi gli artisti che frequentò, trasformandosi per alcuni in una moderna Medici.
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Dove li trovo? |
Non negò mai di aver avuto numerosi amanti, uomini e donne, per soddisfare appetiti sessuali che sembra fossero senza limiti. Alla domanda "quanti mariti ha avuto?" Rispondeva ironicamente "Miei o di un'altra?". Si era sposata tre volte, una con il pittore surrealista Max Ernst che sosteneva di amare perché "bello e famoso". Ebbe un'intensa relazione con Samuel Beckett con cui passò giorni e notti intere nel letto, interrotti solo dalla richiesta di lui di uscire a trovare dello champagne.
Il suo vero grande amore però furono i cagnolini con cui si faceva spesso ritrarre, compagni affidabili nelle sere in cui finite le feste e congedati gli illustri ospiti l'ereditiera piombava di nuovo nella solitudine.
Quante storie incredibili potrebbero davvero raccontare le mura di Palazzo Venier! A partire dal 1951 Peggy decise di aprire il palazzo al pubblico, due volte la settimana. Lei fece sapere di non essere compresa nello spettacolo, per allontanare i curiosi mise tende di velluto rosso nella camera da letto, dove tuttora fa bella mostra la testiera commissionata ad Alexander Calder.
Eppure la Guggenheim era parte della sua galleria, come un'opera vivente, si lasciava immortalare in varie pose, scatti entrati poi nella storia, scene di normale vita domestica con un Picasso che fa capolino dalla parete. Chi in fondo non ha una foto simile!
Cubismo,surrealismo,espressionismo. Una collezione unica nel suo genere per quei tempi, in grado di catturare i visitatori proiettandoli in una modernità difficile da comprendere del tutto. Qualche turista si chiedeva cosa fosse quel telefono a gettoni in mezzo a tutte quelle opere; pare che la padrona di casa lo usasse e con molta parsimonia. Le stravaganze dei ricchi!
Durante la mia visita ho immaginato come potesse essere il suo bagno; l'ho pensato in marmo, dalla grande vasca e le rifiniture in oro; sanitari alternati a statue bronzee e pittori, adesso celebri, a riempire gli spazi non occupati dai rivestimenti. Al suo posto toilette totalmente fuori contesto da quello che doveva essere il tenore dell'abitazione.
Nel 1962 Peggy Guggenheim diventò cittadina onoraria di Venezia, grande dimostrazione di stima e riconoscimento degli abitanti. Lei ormai era una di loro.
Il 4 novembre 1966 l'ondata di acqua alta a Venezia allagò il seminterrato del palazzo, fortuna volle che le opere fossero già impacchettate per essere spedite a Stoccolma per una esposizione.
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Cosa c'è lì dietro? |
Cubismo,surrealismo,espressionismo. Una collezione unica nel suo genere per quei tempi, in grado di catturare i visitatori proiettandoli in una modernità difficile da comprendere del tutto. Qualche turista si chiedeva cosa fosse quel telefono a gettoni in mezzo a tutte quelle opere; pare che la padrona di casa lo usasse e con molta parsimonia. Le stravaganze dei ricchi!
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Bagno d'autore |
Durante la mia visita ho immaginato come potesse essere il suo bagno; l'ho pensato in marmo, dalla grande vasca e le rifiniture in oro; sanitari alternati a statue bronzee e pittori, adesso celebri, a riempire gli spazi non occupati dai rivestimenti. Al suo posto toilette totalmente fuori contesto da quello che doveva essere il tenore dell'abitazione.
Nel 1962 Peggy Guggenheim diventò cittadina onoraria di Venezia, grande dimostrazione di stima e riconoscimento degli abitanti. Lei ormai era una di loro.
Il 4 novembre 1966 l'ondata di acqua alta a Venezia allagò il seminterrato del palazzo, fortuna volle che le opere fossero già impacchettate per essere spedite a Stoccolma per una esposizione.
Fino all'ultimo non rinunciò alla sua vita bohémien. Pochi mesi prima di morire accolse Gore Vidal con Paul Newman e l'inseparabile moglie Joan Woodward. Peggy rise quando l'attore si prestò a dare un bacio a una delle sue domestiche, "in cambio resterà con me un altro anno" - commentò sardonica.
Se ne andò il 23 dicembre 1979, sepolta nel giardino del suo rifugio veneziano, vicino ai suoi cani, in mezzo a quelle sculture di cui prima di altri ne aveva colto la diversa bellezza.
PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION:



INFORMAZIONI:
www.guggenheim-venice.it Per conoscere opere e artisti in mostra. prezzi biglietto, orari di apertura e altro. In estate ogni lunedì viene organizzato l'aperitivo happyspritz, in collaborazione con Aperol e Radio Italia, con buffet e djset live.
* Consiglio la visione del film " A Venezia un dicembre rosso shocking" - 1973 - Diretto da Nicolas Roeg, con il mitico Donald Sutherland e Julie Christie. A questo mi sono ispirata per trovare un titolo adatto a questo post!
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