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giovedì 20 novembre 2014

Scusi professò, posso andare in bagno?

Non c'è cosa migliore quando piove di aprire il giornale e scegliere un film da vedere al cinema. Incuriosita dalla nuova pellicola di Luca Miniero, alla ricerca di un sorriso per uscire dal grigiore di questi giorni, la scelta si rivela vincente. Non può definirsi un capolavoro, per alcuni potrebbe sembrare la versione scolastica di Benvenuti al Sud, però " La scuola più bella del mondo" convince con una sceneggiatura non volgare, lineare, adeguata a qualsiasi tipo di pubblico. Un enorme aiuto arriva da bravissimi attori quali Christian De Sica, Rocco Papaleo e Angela Finocchiaro (aggiungerei Miriam Leone, bella e sulla buona strada e Nicola Rignanese, il Salvatore Strano, a me tanto caro in quanto fan di Questo nostro amore parte I e sequel...)
Il film non vuole essere una denuncia del sistema scolastico, anche se mette in luce le tante cose che non vanno, dando colpa anche  ai professori che spesso dimenticano che l'insegnamento prima di tutto deve essere una vocazione. E' il ritratto di una Italia che può farcela, annientando i secolari diverbi meridione - settentrione e pronta a rimboccarsi le maniche per far funzionare il sistema. Si ride e ci si commuove un po', e a noi i buoni sentimenti piacciono assai!
E' una classica commedia degli equivoci: un istituto toscano, noto per la sua eccellenza, nel tentativo di accaparrarsi un premio, decide di ospitare una scuola africana, più precisamente quella di Accra nel Ghana. L' invito viene spedito da un bidello piuttosto singolare, con la sindrome di Tourette, che aggiungendo una E dove non doveva la fa recapitare alla "Enzo Tortora" di Acerra. Non sarà poca la sorpresa nel vedere al loro arrivo che di bambini di colore ce n'è uno solo che parla pure napoletano stretto. Accolti da uno striscione con su scritto "BENVENUTA AFRICA", gli scalmanati alunni si lanciano subito in una rissa, che tra gli altri cercherà di sedare il bidello di prima che per cognome fa Soreda ( e qui lascio a voi immaginare cosa altro può accadere!)
Papaleo e De Sica hanno di certo una comicità diversa, con tempi differenti; un tipo di ironia dissacrante il primo, più misurata quella del secondo ( De Sica qui non è quello dei cine-panettoni e delle battute a senso unico). Convincono? Aspetterei di vederli lavorare di nuovo insieme per potermi esprimere.
Ed ecco giungere al punto che mi interessa: in più di una scena compare a scenografia il gabinetto scolastico, adibito, causa lavori di ristrutturazione che durano da tempo indefinibile, a sala docenti.
Qui il preside interpretato da un Lello Arena ahimè appesantito da chili e anni, scrive la lettera al Presidente della Repubblica Napolitano, nella speranza che arrivi un aiuto per salvare la "scalcinata" struttura e i suoi alunni, molti dei quali destinati a una carriera da "mariuolo".
Come già detto, arriva la lettera della scuola di San Quirico d'Orcia scambiata per il tentativo di aiuto giunto dal Quirinale, e ragazzi e insegnanti salgono su un pullman gentilmente prestato destinazione Nord (Centro, precisa qualcuno, mentre il Prof. Gerardo Gregale alias Papaleo afferma che " il Nord comincia sopra Mondragone".) Alla fine, anche se il gemellaggio con Accra fallisce, lo scambio culturale con Acerra, non senza fatica, funzionerà.

In fondo un problema comune le due scuole ce l'hanno ( e non solo loro): la carta igienica devono portarsela da casa!


Tutto questo ovviamente mi ha fatto tornare alla mente la mia carriera scolastica e i ricordi dei gabinetti che ne hanno fatto da cornice, dove spesso mi rifugiavo per scappare da interrogazioni o solo per una pausa di riflessione (in qualcuno sono stata capace di addormentarmi per una buona mezz'ora.
Quello dello elementari, dalle mattonelle color giallo pallido e di uno squallore senza eguali ( vista la retta mensile potevano impegnarsi di più!), con le tazze di misura ridotta per farci toccare con i piedi per terra e non correre il rischio di finirci dentro. E' lì che mi sono preparata alla mia prima prova di attrice  ( ne seguirà solo un'altra, sufficiente per capire che non era la mia strada), emozionata e felice,specchiarmi con il vestito di Biancaneve sottratto quasi con la forza a colei che sarebbe diventata un'altra sorella per me, e che dopo quella me ne ha perdonate tante e continua a farlo. Poi il gabinetto delle medie, una scuola austera, solo femminile, frequentata da due generazioni di donne della mia famiglia. Sarà stata l'adolescenza alle porte e la voglia di uscire dagli schemi, mi ritrovai a scarabocchiare sul muro frasi senza senso. Fui scoperta e costretta a ripulire immediatamente tutto, sotto la minaccia che mio padre altrimenti sarebbe stato avvertito. Lui probabilmente lo scoprirà adesso se leggerà queste righe, io non so come mai la possibile punizione mi terrorizzò nonostante un genitore piuttosto indulgente ( sarebbe stato peggio l'altro genitore, caterpillar - mamma, lei si che c'era da tremare!)
Il bagno del liceo è stato la mia maledizione. Un rifugio quando il dito scorreva sul registro e il posto dove ho imparato a fumare. Io che avevo sempre fatto battaglie contro le sigarette, a forza di andarci e passare tempo senza far nulla decisi di combattere la noia aspirando insieme alle più "navigate". Il vizio me lo sono levato, ma c'è voluto tempo e ogni tanto la voglia, confesso, torna. Ma il gusto che aveva quella sigaretta seduta per terra con la schiena appoggiata al calorifero, non ha rivali!
A chiudere il gabinetto, o scusate la cafonaggine, il cesso (perché tale era) dell'Università. Quante corse a ridosso degli esami presa da sconvolgimenti intestinali che fino all'ultimo mi hanno accompagnata. Un'emotività che con gli anni ho imparato a gestire, a volte rimpiangendola perché ottimo metodo contro la stitichezza. Forse sono andata oltre, su un personale che a nessuno interessa più di tanto conoscere, ma sono sicura che voi avrete ricordi simili che è sempre bello rivivere.
Certo rievocare i tempi andati attraverso i bagni non vi sembrerà il massimo.Apprezzate l'originalità, è solo un modo per rinfrescare la memoria partendo da un'altra prospettiva!





E per chi non ricordasse "Bruno Foscolo" clicchi il video...


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